Il Limone di Amalfi: lo Sfusato Amalfitano

I cittadini della Costiera Amalfitana, soprattutto quelli che popolano le zone più interne che ammirano dall’alto, come su un terrazzo sospeso, lo splendido mare blu della costa, si dedicano con la stessa magnanimità e meticolosità dei marinai all'agricoltura. Fiore all'occhiello del comparto è sicuramente la coltivazione dei limoni, lo Sfusato Amalfitano, classico limone della Costiera.

Lo Sfusato nella storia

Anticamente il Limone di Amalfi veniva chiamato “citro”. Soltanto a partire dal XIII secolo inizia ad essere denominato con una parola di origine araba, ossia “limunzello”.

Gli Arabi, nel corso della loro espansione e delle loro conquiste, introdussero il limone in Spagna e in Sicilia e da qui in Campania. Dalla seconda metà del XIX secolo la Scuola Medica Salernitana, su influenza araba, inizia a praticare esperienze scientifiche in ambito medico: la scoperta della grande utilità del limone nella lotta allo scorbuto, la malattia dovuta a carenza di vitamina C di cui gli agrumi sono notoriamente ricchi decreta la vera diffusione del limone nell'area di Amalfi.

Per gli amalfitani, popolo famoso di navigatori, diventa determinante poter disporre, sulle proprie navi, di scorte abbondanti di limoni. La Repubblica Amalfitana decretò che a bordo delle navi ci fossero sempre provviste di tali frutti. Da questo momento il limone in questa zona d’Italia inizia ad essere coltivato e venduto massicciamente anche in altri Paesi, soprattutto nord-europei sbarcando perfino in America.

E' così che lungo la Costa i limoneti "giardini di limoni" così battezzati per la loro cura e bellezza, utilissimi per salvaguardare il territorio dal dissesto idrogeologico, sono andati crescendo di numero e di ampiezza nel corso dei secoli, attraverso un'opera immane dell'uomo che ha recuperato all'agricoltura suoli scoscesi ed impervi. 

La coltivazione dei limoni impegnava l’intera popolazione della Costa: le persone erano addette a lavori di coltivazione, produzione e commercializzazione, senza contare i lavori impegnativi per la costruzione dei terrazzamenti.

Gli agrumeti sono infatti strutturati a pergolato utilizzando pali di castagno ed insistono su territori scoscesi lungo le pendici dei Monti Lattari. Queste coltivazioni sono sistemate a terrazzamenti delimitati da màcere in pietra viva che consentono una perfetta aderenza al territorio mirate alla sua salvaguardia.

Coltivati nei classici terrazzamenti, sono curati con meticolosità e ricoperti nel periodo invernale: anni addietro con frasche secche o “pagliarelle” per evitarne la gelificazione nei mesi freddi dell’inverno mentre oggi con i classici teli neri che preservano ancora meglio il prodotto. Le condizioni climatiche miti del territorio amalfitano ne hanno favorito la coltivazione ma non solo, la grandezza delle coltivazioni, è frutto anche dell’assiduo lavoro dell’uomo: grazie al lavoro durato secoli perpetrato dalla classe agraria, oggi la Costa Amalfitana si presenta in tutta la sua bellezza e ricchezza, tanto da aver portato, nel 1997, al riconoscimento della Costiera come patrimonio dell’Umanità tutelato dall’UNESCO.

Inoltre, la tutela del prodotto amalfitano, sia in Italia che sul territorio comunitario, è garantita dal Consorzio di Tutela Limone I.G.P. Costa d’Amalfi, costituitosi nel 2002.

La coltivazione

Dall’albero il limone viene raccolto insieme ad una piccola parte del ramo con foglie e da qui immesso in filiera per la distribuzione sui mercati di tutto il mondo o inviato a laboratori artigianali presenti su tutto il territorio amalfitano per la trasformazione nel tipico liquore “Limoncello”.

Uno dei mestieri più antichi e faticosi della Costiera era senza dubbio quello del trasportatore di limoni. Un’attività che consisteva nel caricare grosse ceste “sporte” costruite con legno di castagno rivestiti di stoffa all’interno, che potevano contenere dai 50 ai 70 kg. di limoni della Costiera Amalfitana. 

Dalle terrazze dei Monti Lattari scendevano questi abili portatori che avevano ai piedi delle “cioce” formate di stoffa imbottita legata con spago alle caviglie e un copricapo in stoffa ben imbottito sul quale appoggiavano dei sacchi di juta a proteggere testa e schiena e procedevano spesso con l’ausilio di bastoni di castagno fino a valle dove i limoni venivano caricati sui carri che portavano la preziosa mercanzia nei mercati regionali o veniva imbarcata per raggiungere mercati più lontani. 

Ancora oggi nei periodi di raccolta tra primavera ed estate, è possibile assistere alle fasi della limonicoltura. È facile incontrare uomini che trasportano a schiena o a dorso di mulo le pesanti sporte di limone.

Le proprietà 

Il limone di Amalfi oggi è conosciuto con il nome di Sfusato Amalfitano ed è legato alla splendida terra in cui viene coltivato. Lo Sfusato Amalfitano è caratterizzato da una forma ellittica allungata, affusolata, con buccia liscia e di color giallo citrino. La buccia del limone di Amalfi è la parte in cui si può sentire maggiormente l’aroma del frutto. L’aroma e il profumo sono intensi e molto forti, il succo abbondante e acido. Il limone I.G.P. Costa di Amalfi presenta il più alto contenuto di acido ascorbico (Vitamina C) ed è pertanto un ottimo alleato per il contrasto dell’anemia, in quanto favorisce l’assorbimento del ferro. La sua buccia è ricca di oli essenziali e terpeni proprietà considerata di pregio per la produzione del liquore di limoni “Limoncello”. 

Le sue caratteristiche permettono di consumarlo al naturale, aggiungendo un pizzico di sale o zucchero oppure per aromatizzare svariate ricette: carne, pesce, verdure di ogni genere, unitamente a frutti esotici che sono i suoi compagni ideali. Un buccia di limone aggiunta al caffè diventa un ottimo digestivo a fine pasto.

L'impiego dello Sfusato Amalfitano si estende anche al settore dolciario in quanto l'aroma inconfondibile di questo prezioso frutto è alla base di tante specialità del posto, come le mitiche "Delizie", i "babà al limoncello", le torte, i profitteroles, i cioccolatini ed altri dolciumi tipici locali.

Tra i prodotti trasformati, sicuramente va menzionato il "limoncello", liquore tipico della zona che ha alimentato un importante indotto economico per tutta l'area.

Il limoncello ancora oggi in Costiera Amalfitana è prodotto secondo le antiche ricette della tradizione: selezionare i limoni migliori, raccoglierli e trasformarli in liquore dal gusto inconfondibile. I limoni una volta giunti in laboratorio sono puliti ed inviati alla sbucciatura degli stessi, manualmente, con appositi coltellini, facendo attenzione a non intaccare la polpa bianca. Le sottilissime bucce così ottenute vengono immerse in alcool purissimo al quale, in seguito, si aggiunge uno sciroppo preparato a parte con acqua e zucchero, senza coloranti e senza conservanti. L’infuso e lo sciroppo vengono poi miscelati in un contenitore fino ad ottenere un liquore dal gusto inconfondibile.