Positano è situato sull’estremità occidentale della Costiera Amalfitana ed è, quindi, il primo Comune della Divina che si raggiunge per chi proviene da Sorrento. È considerato una meraviglia che non smette mai di sedurre i numerosissimi turisti che ogni anno lo visitano.

Abbracciata e protetta dalla maestosa catena dei Monti Lattari e baciata dal mare, Positano è sospesa tra mare e monti. Grazie alla particolarissima posizione geografica, Positano racchiude in sé, come uno scrigno, una notevole molteplicità e diversità di bellezze: naturali, paesaggistiche e architettoniche che si fondono e si confondono, dando luogo ad uno scenario unico al mondo affascinante ed incontaminato.

Positano è definita anche la “città verticale” della Costiera Amalfitana poiché, vista dal mare, appare come una conchiglia striata di diversi colori. Si passa dal verde dei Monti Lattari sullo sfondo al bianco, al rosa e al giallo delle abitazioni poste quasi una sull’altra; dal grigio argento delle spiagge all’azzurro del mare.

Chi giunge a Positano deve percorre una strada ricavata lungo la parete rocciosa ricca di vegetazione tipica della macchia mediterranea composta principalmente da ginestre, rosmarino, fagi, lavandula, mirto, l’euforbia arborea tutte a ridosso di un mare cristallino: lungo la marcia, all’improvviso, si apre uno scenario unico ed indimenticabile, una visione tra il sogno e la realtà: Positano. 

Nel percorrere la strada interna del centro abitato, si possono osservare vicoletti stretti e articolati, scalinatelle che permettono di ammirare panorami unici e mozzafiato con vista sull’erta e frastagliata falesia costiera e sui famosi terrazzamenti coltivati principalmente a limoni Sfusato Amalfitano.

Da alcune abitazioni del centro aggrappate alla roccia sporgono dei terrazzi infiorati con gerani e soprattutto bouganville colorate che rendono il paesaggio ancor più incantevole. 

Ai piedi della “piramide” composta dalle case che si arrampicano verso il cielo si trova la spiaggia “Marina Grande di Positano”: una spiaggia di circa trecento metri con vista sulle splendide isole de Li Galli e meta ogni anno di migliaia di bagnanti provenienti da ogni parte del mondo. Dalla spiaggia “Marina Grande” un piccolo sentiero nella roccia conduce ad altre incantevoli calette e affianca le torri di avvistamento, costruite per difendere il centro abitato dalle antiche incursioni saracene. Percorrendo poi la costa, immerse nel verde, si aprono insenature nascoste e dall’aspetto ancora inesplorato. 

Positano è celebre anche per lo shopping: sempre lungo le stradine ed i vicoletti del centro abitato le molteplici boutique e negozi di artigianato vendono ancora oggi, come in passato, sandali su misura e vestiti colorati. Passeggiando lungo la “Via dei Mulini” ed il vicino “Viale Pasitea”, è possibile osservare come gli abili artigiani positanesi realizzino a mano splendidi sandali di cuoio di alta qualità e decorati al momento a scelta e gusto del turista. Infatti i modelli sono decorati con perline, pietre e brillantini liberamente scelte del cliente tanto da divenire dei sandali eleganti e molto apprezzati. Positano è anche famosa per la Moda Positano: le diverse sartorie della zona realizzano dei vestiti molto eleganti a base di fresco lino, cotone e canapa decorati con bellissimi disegni floreali e dai colori molto sgargianti e che successivamente vendono alle diverse boutique del centro costiero. Col tempo lo “stile Positano” si è imposto sul mercato della moda e gli abiti di Positano sono sempre più richiesti soprattutto dall’estero. 

Positano, dunque, può essere considerato un mix di storia, incantevole bellezza e leggenda che rapisce chiunque la visiti.

COME ARRIVARE

Dall’Autostrada A3 Napoli-Salerno, è preferibile uscire al casello di Castellammare di Stabia ed imboccare la Strada Statale 145 Sorrentina. Successivamente basta svoltare a destra e proseguire sulla Strada Statale 163 Amalfitana per altri 11 chilometri circa. 

Dalla medesima Autostrada A3, se invece si esce al casello di Vietri sul Mare, occorre percorrere l’intera Strada Statale 163 per circa 43 chilometri. La Strada Statale 163 è una delle strade più belle e panoramiche dell’Italia ma è piuttosto stretta e con curve tortuose.

Soprattutto in estate, a causa dei posti auto limitati, è consigliabile raggiungere Positano con i mezzi pubblici che partono da Amalfi e da Sorrento o, ancor meglio, con i traghetti che partono dagli approdi di Amalfi, Salerno e Sorrento. 

GASTRONOMIA

Per chiunque si rechi a Positano oppure negli altri Comuni della Costiera Amalfitana che si affacciano sul mare, è consigliabile assaporare le specialità a base di pesce fresco pescato direttamente nelle acque limpide della Divina. Tra i diversi piatti tipici, si consigliano: i paccheri o scialatielli ai frutti di mare, le linguine all’astice, il risotto alla pescatora, gli spaghetti alle vongole, una frittura mista di pesce fresco accompagnata dai profumatissimi limoni Sfusato Amalfitano, del pescato del giorno, i totani e patate, spigole e pezzogne. 

Oltre alle varie specialità a base di pesce, a Positano si consiglia anche di assaggiare delle pietanze che prevedono l’utilizzo dei Provolone del Monaco che proviene direttamente dalla vicina Agerola. 

STORIA

Le prime testimonianze di un insediamento a Positano risalgono alla Preistoria, più precisamente al Paleolitico Superiore, dove alcuni scavi hanno dato alla luce prove della presenza di antichi popoli di raccoglitori e cacciatori.

Successive attestazioni archeologiche risalgono al I sec. a.C., quando sulla costa della Penisola Sorrentina furono costruite lussuose ville romane. La leggenda vuole che l'imperatore Tiberio, rifugiatosi a Capri per sfuggire all'odio dei Romani, ma non fidandosi dei capresi da cui temeva di essere avvelenato, mandasse una triremi a comprare la farina proprio presso un mulino positanese.

La caduta dell'impero romano apre ad un periodo buio di cui si sa poco almeno fino al IX secolo quando Positano diviene parte della Repubblica di Amalfi, godendo dei vantaggi che i commerci marittimi offrivano. Una sottile competizione tra i comuni di Amalfi e Positano si può osservare nello storico dibattito sui natali di Flavio Gioia, inventore della bussola, che ognuna delle due cittadine rivendica. Nella seconda metà del ‘500, nonostante le opere difensive costruite, Positano non riuscì a sottrarsi all’incendio appiccato dalle truppe di Solimano II, imperatore turco. Un anno fondamentale per la storia di Positano è il 1668. Essa si proclamò “città regia” dopo aver pagato un riscatto dalla feudalità di 12.943 ducati. Da quell’anno s’incrementarono i commerci con Cipro, con la Grecia, con la Puglia e con la Calabria. I positanesi raggiungevano tutti i porti del Mediterraneo utilizzando feluche, polacche e galeotte. Il '700 fu quindi un periodo di grande floridezza, come testimoniato dalle ville tardobarocche edificate lungo il versante orientale. La città, da sempre strategico snodo commerciale fin da quando partecipava ai traffici della Repubblica Amalfitana, mise a frutto le proprie risorse diventando in pochi decenni una delle piazze commerciali più importanti del regno. Dal 1806 al 1860 Positano è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie. L'Unità d'Italia costrinse molti positanesi, come tanti altri meridionali, ad emigrare. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia, la città è stata capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno. Dopo la prima guerra mondiale, durante la quale la città pagò un altissimo tributo di sangue, vi si rifugiarono grandi artisti e letterati russi e tedeschi che, con le loro opere, fecero conoscere Positano al mondo intero. 

COSA VISITARE

Per chi soggiorna almeno una notte a Positano, qualche ora la deve dedicare a fare un bel bagno nel mare azzurro di Positano. Oltre alla spiaggia Marina Grande, si possono scegliere la Spiaggia di Fornillo e le spiaggette di Scogli Piani, Cavone e Remmese: ogni spiaggia ha un proprio fascino. 

- La Villa Romana;

- La Chiesa di Santa Maria Assunta;

- Le torri saracene

- Escursione sul Sentiero degli dei

LA VILLA ROMANA

In epoca romana numerose furono le ville costruite da imperatori e ricchi patrizi lungo tutta la fascia costiera della Campania felix: dalla penisola sorrentina alla piana di Paestum, passando per Capri e la Costa Amalfitana. Il nome latino di queste ville era "villae maritimae", accessibili cioè solo via mare, usate come luogo di otium e rifugio esclusivo per tutti gli esponenti più di spicco della politica e dell'aristocrazia romana. Durante i lavori a Piazza Flavio Gioia ed alla cripta della Chiesa di Santa Maria Assunta a Positano, sono stati riportati alla luce strutture murarie e tetti crollati appartenenti ad una villa marittima (databile tra il I sec. a.C. ed il I sec. d.C.), danneggiata dal terremoto del 62 d.C. e, successivamente, dal deposito di detriti dovuto all'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Le strutture della villa e parte delle decorazioni scultoree furono già rinvenute nel corso del Seicento e, successivamente, nella seconda metà del Settecento ad opera di Karl Jakob Weber, l'architetto svizzero che seguiva i lavori di scavo a Pompei, Ercolano e Stabia, per volontà di Carlo di Borbone. Negli anni Venti del ‘900, infine, un macellaio locale, nel risistemare la sua bottega limitrofa alla Chiesa, ha riportato alla luce altre porzioni della villa. Come era già successo a Pompei, Ercolano e Castellammare di Stabia, i materiali eruttivi che avevano portato devastazione e abbandono hanno consentito la perfetta conservazione dei portici, del peristilio, dei vari ambienti, degli affreschi e degli stucchi. In particolare è visibile un setto murario in opus reticolatum, decorato da una cornice in stucco e da splendidi affreschi policromi in stile pompeiano, raffiguranti un ippocampo, un'aquila, un pegaso e due amorini. Le raffigurazioni sono inquadrate da raffinati sfondi architettonici, tra cui spiccano un architrave classico ed un soffitto cassettonato.

LA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

L’Abbazia fu fondata nella seconda metà del sec. X; il primo cenno documentale di essa lo ritroviamo in un manoscritto della fine del sec. XI, con il quale il duca Sergio di Sorrento concedeva all’abate Mansone I del Monastero di Santa Maria di Positano la libera navigazione nelle acque del suo ducato. Verso la metà del XV secolo, il monastero venne abbandonato a causa delle incursioni di predoni cilentani e dopo alcuni anni fu affidato ad un abate eletto successivamente arcivescovo di Amalfi. Tra gli abati commendatari che ressero l’abbazia di Positano ricordiamo il cardinale Vincenzo Maria Orsini, divenuto poi Papa Benedetto XIII. Nel 1777 il clero locale fece iniziare i lavori di restauro, che durarono circa cinque anni, con consacrazione il 10 agosto 1783, durante la quale il Monsignor Antonio Puoti incoronò l’icona della Madonna con una corona d’oro. L’icona bizantina è verosimilmente giunta a Positano nel sec. XII ad opera dei monaci benedettini i quali, a bordo delle loro navi, percorrevano le rotte commerciali e di pesca lungo le coste dell’Italia meridionale. Un documento conservato nell’archivio parrocchiale ricorda la dedicazione di una chiesa ad onore della Beata Vergine Maria nell’anno 1159 ad opera di Giovanni II vescovo di Amalfi. La tradizione popolare, invece, racconta di un veliero che si bloccò vicino alle coste positanesi a causa della bonaccia; esso trasportava il dipinto della Madre del Cristo e si narra che fu la stessa sacra effige, con il grido di "Posa, posa" ad ordinare ai marinai di lasciarla sulla spiaggia affinché le genti del posto potessero onorarla. Una delle più pregevoli opere della Costiera Amalfitana è il busto reliquiario del martire San Vito, antico protettore di Positano; il capo della statua presenta elementi della scuola dei Laureana: appare eseguito su un modello vivente, come testimoniano le orecchie trattate con individuale naturalezza. La capigliatura dell'opera presenta larghe ciocche, lisce, con un vivo gioco di piani. Il naso è dritto come il mento, le labbra sono sottili, il trattamento della pupilla negli occhi appena incavati è molto singolare. Il busto è più convenzionale, decorato a grandi “ramages” su fondo sabbiato, inteso come vestito di giubba chiusa da graffe, sopra una camicia con il collo pieghettato. Su di una graffa è incisa data del 1599. Sulla graffa grande, invece, si possono leggere le parole: "SANTE VITE PROTECTOR POSITANI". Sopra l’altare maggiore si erge il tempietto con l‘icona bizantina; ai lati dell’abside vi è il coro in noce massiccio alle cui estremità due nicchie custodiscono l‘Addolorata (a destra) ed un Cristo alla colonna, opera di Michele Trillocco del 1798 (a sinistra). A destra dell’altare maggiore vi è la cappella di Santo Stefano all’interno della quale è custodita la statua lignea settecentesca della Madonna con Bambino. A sinistra c’è la cappella del SS. Sacramento. Nel transetto, a destra, vi è l’altare della Circoncisione con un bel dipinto opera di Fabrizio Santafede datato 1599; di fronte a questo, l’altare della Madonna del Carmine con un dipinto proveniente dalla Certosa di Serra San Bruno in Calabria. L’aula della chiesa è divisa in tre navate con cinque archi. Lungo la navata sinistra, procedendo verso l’uscita, dopo una porta laterale, si trovano le cappelle del Crocifisso, dell’Annunziata, di San Vito e di San Nicola di Bari; in quest’ultima è allestito un artistico presepe con pastori originali del ‘700. Lungo la navata destra, dopo l’accesso alla sacrestia, si trovano le cappelle di Sant’Anna, di Sant’Antonio, dell’Immacolata e di San Biagio. Sopra la porta centrale vi è la cantoria con il maestoso organo meccanico inaugurato nel 2000. A destra un piccolo ambiente custodisce un delizioso fonte battesimale. Nell’arco di confluenza tra la navata destra e il transetto si può ammirare, sul lato destro, un pregevole bassorilievo (forse un antico reliquiario di San Vito) datato 1506. Di fronte ad esso una lapide del 1600 che ricorda la nomina ad abate commendatario di Positano del sacerdote napoletano Pirro Giovanni Campanile: la lapide è sormontata da un bassorilievo con lo stemma dell’abate. Al di sopra del portone della navata sinistra un quadro raffigurante il Cristo con la croce, risalente alla fine del sec XVI, fino a qualche anno fa collocato sopra l’altare del SS. Sacramento, un tempo sede dell’antica Congregazione o Confraternita del Corpo di Cristo. Uscendo sul sagrato, a pochi passi dalla Chiesa, si erge il campanile, riedificato nel 1707 per opera di uno sconosciuto frate cappuccino ricordato in un frammento di lapide che si trova attualmente murata sulla parete esterna della Chiesa lungo la Via Vito Savino. Al di sopra della porta del campanile è murato un bassorilievo di epoca medioevale raffigurante un pistrice e sopra di esso una lapide posta nel 1902 a ricordo del positanese Flavio Gioia, inventore della bussola.

TORRI SARACENE 

Uno dei pericoli che incombevano sulla vita delle popolazioni costiere nell’età moderna era la pirateria esercitata dai saraceni. Nella seconda metà del ‘500 a Positano furono costruite delle torri di avvistamento così come aveva ordinato il viceré Pietro da Toledo.

Le più importanti torri furono quella di Sponda, di Trasita e quella di Fornillo. Le torri ricevevano il segnale di avvistamento dalla prima torre ossia quella che sorge sulla Punta Campanella. Ricevuto l’avviso, i positanesi si rifugiavano sulle alture per potersi difendere dalle invasioni e nacquero così le frazioni di Montepertuso e Nocelle. A proposito di Montepertuso, si racconta che proprio qui il demonio, volendo dimostrare alla Madonna la propria forza, tentò invano di bucare la montagna con la forza delle proprie mani senza riuscirvi. La Madonna allora, impietosita, alzò la mano sfiorando la montagna che si sgretolò immediatamente. Il diavolo, sconfitto, precipitò giù dal monte cadendo sulle rocce sottostanti dove ancora oggi, secondo i fedeli, è visibile la sua gigantesca orma impressa nella pietra. Percorrendo le curve della Costiera sono numerose le torri che si incontrano e oggi molte di esse sono adibite ad alberghi, case, ristoranti e una di essa è persino una discoteca. All’inizio del ‘900 la torre di Fornillo fu acquistata dall’architetto svizzero Gilbert Clavel che la ricostruì su cinque lati sull’originaria forma quadrata, un restauro dovuto alla visione filosofica del personaggio.

ESCURSIONE SUL SENTIERO DEGLI DEI

Il Sentiero degli Dei è il percorso naturalistico più famoso della Costiera Amalfitana: inizia da Agerola e termina a Positano e può essere definito uno dei più affascinanti dell’intero Mediterraneo. È lungo circa nove chilometri e dura circa cinque ore. Si chiama Sentiero degli Dei perché, secondo la leggenda, le divinità greche attraversarono questo percorso per salvare Ulisse dalle sirene che si trovavano sull’Isola De Li Galli. 
All’inizio del percorso sono riportate le parole dello scrittore Italo Calvino che ha definito il Sentiero degli Dei come “quella strada sospesa sul magico golfo delle “Sirene” solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito”. Nell’antichità è stata l’unica via di comunicazione che collegava Positano agli altri Paesini della Costiera Amalfitana e l’entroterra.
Per la precisione, esistono due Sentieri degli Dei: quello Alto e quello Basso. Entrambi iniziano da Bomerano, una frazione di Agerola ma mentre quello alto è più difficoltoso per la presenza di alcuni tratti in salita e che termina a Santa Maria del Castello, la maggior parte dei turisti sceglie il Sentiero degli Dei Basso perché meno impegnativo, più semplice da percorrere e molto affascinante. Soffermandoci solamente su quest’ultimo, il percorso è in buona parte in discesa e termina nella frazione Nocelle, la parte alta di Positano. 
Anche se è considerato piuttosto agevole, è sempre un percorso di montagna immerso nella vegetazione tipica della macchia mediterranea con il mare in sottofondo e che richiede sempre di un minimo di organizzazione a partire soprattutto da un abbigliamento appropriato e da scarpe adatte al trekking. Nei pochi chilometri che vanno da Bomerano a Nocelle si incontrano luoghi unici e terrazze panoramiche che permettono di ammirare scenari unici e le meraviglie quali Positano, Praiano, i Faraglioni, l’isola di Capri e l’isola De Li Galli. Durante il percorso si attraversano anche la Grotta del Biscotto, i Villaggi Rupestri e il Pistillo. 
La Grotta del Biscotto è una cavità posta a circa 500 metri sul livello del mare e si trova dopo poco aver iniziato il sentiero: questa zona è caratterizzata da diversi dirupi da cui si iniziano ad osservare i meravigliosi paesaggi.
I Villaggi Rupestri sono degli antichi insediamenti ubicati sulle rocce realizzati durante il periodo delle invasioni dei saraceni. Alcuni villaggi sorgono su precipizi a picco sul mare.
Il Pistillo è una parte della roccia da cui si innalza una guglia calcarea. 
Una volta raggiunta la località Nocelle che è situata sul Monte Pertuso, per raggiungere il centro di Positano vi sono due alternative: se si è stanchi, si può prendere l’autobus interno oppure continuare a piedi e scendere circa 1700 gradini per raggiungere infine la spiaggia di Positano.   
La maggior parte dei turisti preferisce attraversare il Sentiero degli Dei solamente all’andata poiché il ritorno, in salita, potrebbe divenire molto impegnativo. Si consiglia di arrivare a Bomerano con gli autobus che partono da Amalfi, da Castellammare di Stabia e da Sorrento per poter così subito incamminarsi lungo il Sentiero degli Dei. Una volta giunti a Positano, per rendere ancora più speciale e memorabile la giornata, è preferibile prendere un traghetto con destinazione sempre ad Amalfi facendo così anche un meraviglioso giro in barca ed osservare parte della Costiera Amalfitana dal mare. Per chi desideri arrivare a Bomerano con la propria auto, può lasciarla ad inizio Sentiero e poi può fare ritorno con gli autobus della Sita che collegano Positano prima ad Amalfi e poi ad Agerola.