La pesca del Tonno

L’etimologia del nome Cetara, secondo alcuni storici, deriva dalla specifica attività della pesca del tonno che i pescatori del pittoresco borgo marinaro effettuavano fin dall'antichità con le tonnare anticamente dette “citariae”. 

La pesca del Tonno nell'antichità

Anticamente la pesca del tonno veniva effettuata con una rete fissa dalla complessa architettura e che veniva calata nel mese di aprile e levata a settembre posta ad ovest di Cetara (Erchie).

Questa tonnara disegnava una specie di gigantesca T e i tonni vi entravano attraverso due aperture che permettevano l'ingresso dei pesci ma ne impedivano l'uscita.

I tonni si dirigevano quindi nella camera e, dopo un tempo variabile, entravano nella leva. La rete, sorretta a ponente da un vascello (caparràise), su indicazione della “guardia” che controllava la posizione dei pesci, veniva chiusa a levante da 10 pescatori posizionati su un’altra barca, “ ‘o sciere”,  che tiravano altrettante corde dette “navèlle” e si avvicinavano  alla barca di ponente.

I tonni ormai imprigionati potevano quindi essere facilmente issati a bordo. Il capopesca, ritto su una barca a quattro remi coordinava tutte le operazioni. Tutti i preparativi e le operazioni di allestimento delle reti venivano effettuati sulla spiaggia di Erchie.

Per poter gestire tutte queste operazioni alcune famiglie di Cetara si trasferivano per i mesi della pesca proprio ad Erchie.

A fine stagione avveniva “la tagliata r’ ‘a tunnara”: venivano recuperati i galleggianti, le ancore e qualche cima di canapa. 

La pesca ai giorni nostri

Negli anni '70, invece, i cetaresi iniziano a praticare la pesca con le reti di circuizione. Non si aspetta più il pesce a terra ma le moderne imbarcazioni vanno a cercare i branchi del prelibato tonno in tutto il Mediterraneo.

Cetara con le sue imbarcazioni detiene circa il 70% della ‘quota tonno’ nazionale e rappresenta la realtà più importante del Mediterraneo. 

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